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A rediscovered Italian masterpiece chronicling the author's experience as an infantryman, newly translated and reissued to commemorate the centennial of World War I. Taking its place alongside works by Ernst Jnger, Robert Graves, and Erich Maria Remarque, Emilio Lussu's memoir is one of the most affecting accounts to come out of the First World War. A classic in Italy but virtually unknown in the English-speaking world, it reveals, in spare and detached prose, the almost farcical side of the war as seen by a Sardinian officer fighting the Austrian army on the Asiago plateau in northeastern Italy, the alpine front so poignantly evoked by Ernest Hemingway in A Farewell to Arms.For Lussu, June 1916 to July 1917 was a year of continuous assaults on impregnable trenches, absurd missions concocted by commanders full of patriotic rhetoric and vanity but lacking in tactical skill, and episodes often tragic and sometimes grotesque, where the incompetence of his own side was as dangerous as the attacks waged by the enemy.



About the Author

Emilio Lussu

Avvocato, scrittore, leader politico e leggendario combattente; figura di grande rilievo della cultura sarda e italiana. Nacque ad Armungia nel 1890 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Gli fu impartita un'educazione di tipo tradizionale, fatto da lui sempre ricordato con commozione e orgoglio. Si laureò a Cagliari in giurisprudenza. Partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di complemento della Brigata "Sassari", distinguendosi per lo straordinario coraggio, l'umanità ed il grande carisma. Rientrato in Sardegna, fu tra i protagonisti del movimento autonomista ex-combattentista, che mirava a riscattare la Sardegna dall'atavica sottomissione. Con importanti personaggi, quali Camillo Bellieni, Pietro Mastino e Paolo Pili, fu, tra il 1919 e il 1921, fondatore del Partito Sardo d'Azione. Nel 1921 e 1924 fu deputato e si schierò apertamente contro il fascismo, del quale criticava l'atteggiamento repressivo verso le sinistre, l'uso della violenza nell'esercizio del potere, l'essere esso uno strumento del capitalismo settentrionale. Le reazioni squadriste non si fecero attendere, e lo stesso Lussu, nell'ottobre del 1926, fu vittima nella sua casa di Cagliari di una spedizione punitiva. Nel tentativo di sfuggirvi, colpì a morte uno degli assalitori. Processato e assolto per legittima difesa, fu, tuttavia, condannato al confino e trasferito nell'isola di Lipari nel novembre del 1927. Durante il confino, il Lussu ebbe modo di conoscere Fausto Nitti e Carlo Rosselli, con i quali organizzò un'avventurosa fuga nel 1929, prima in Tunisia, e poi a Parigi. Gli anni parigini furono particolarmente importanti. Il Lussu entrò in contatto con molti intellettuali e politici italiani antifascisti, arricchendo il proprio bagaglio culturale e ideologico, e maturando la visione politica che l'avrebbe sorretto nell'accanita lotta contro il regime mussoliniano. Nel 1930, con Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini, diede vita al movimento Giustizia e Libertà, che divenne il perno della propaganda antifascista in Italia e all'estero. Nelle file del movimento, prese parte alla guerra di Spagna, abbracciando la causa antifranchista. Nel capoluogo francese incontrò Joyce Salvatori, donna colta e coraggiosa, che sposerà assumendo il nome di e che gli darà un figlio, Giovanni.A questi anni risalgono le opere maggiori del Lussu: La catena, del 1929; Marcia su Roma e dintorni, del 1933, avvincente testimonianza autobiografica relativa alle vicende del decennio 1919-1929. Nel 1936, durante la convalescenza seguita ad un delicato intervento chirurgico ai polmoni, scrisse Teoria sull'insurrezione, teorizzazione delle caratteristiche della guerra partigiana. Nel 1936-1937 compose l'opera più famosa, Un anno sull'altipiano, profondo e ironico diario del secondo anno di trincea nella grande guerra.Nel 1943 rientrò in Italia e prese parte alla resistenza nelle file del Partito d&#



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